Pescosansonesco è posto tra il Gran Sasso e la Maiella ad una altitudine di 540 metri slm. Il territorio si estende su una superficie di 18,4 kmq con una escursione altimetrica di oltre 1.100 metri fino a 1.405 metri slm. Gran parte del centro abitato è posto all’interno del Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga, con una magnifica veduta sull’alta Val Pescara. La generosità del clima, lo straordinario paesaggio e la lontananza da ogni tipo di inquinante, permettono una vivibilità straordinariamente sana e piacevole.

Il paese è composto da due nuclei abitati principali, che distano poco meno di 2 km l’uno dall’altro. Il vecchio borgo di Pescosansonesco, attualmente quasi disabitato, è stato edificato nel Medioevo ed il suo nome deriva dal latino “pensulum” che significa “pietra sporgente”. Infatti, tutto l’agglomerato urbano è situato su una grande roccia che, all’epoca, rappresentava una vera fortificazione contro le invasioni nemiche. L’ingresso al borgo era possibile solo attraverso tre porte di accesso che, durante la notte e nei momenti di bisogno, erano sbarrate da robusti portoni. Nel 1934 questa fortezza naturale ha avuto un cedimento ed ha coinvolto gran parte del centro abitato. Il fenomeno franoso è stato causato in massima parte dall’azione della “faglia” che attraversa il territorio comunale in direzione nord-sud. Le autorità dell’epoca, nel timore che anche il resto del paese potesse essere investito dal fenomeno franoso, dichiararono l’intero centro abitato pericolante e disposero il trasferimento di tutti gli abitanti. Furono pertanto costruite nuove abitazioni a circa due chilometri di distanza.

Il paese, essendo in prossimità di importanti valichi appenninici, è stato abitato da molti popoli antichi, che hanno lasciato le loro tracce, tuttora visibili. C’è una ragionevole certezza che la parola “Italia” sia stata pronunciata per la prima volta, proprio sull’attuale territorio di Pescosansonesco; esattamente a Monte Picca dove i capi tribù di alcuni popoli italici nel 91 a.c. si riunirono per giurarsi fedeltà e muovere contro Roma con la famosa “guerra sociale”.

A sostegno di questa tesi il rinvenimento nel sito archeologico “Monte Queglia” di un Santuario romano e la moneta in argento sulle cui facce sono riprodotte la scena del giuramento e l’immagine di una donna con la scritta ITALIA, moneta che oggi si conserva nella Biblioteca Nazionale di Parigi.

La storia del paese continua con quella del Castello di “Pesculum”, di cui ora si possono ammirare pochi resti, che fu edificato ed incastellato nel 983 dall’Abate Adamo I, ma ben presto passò ai Sansone, padroni di una vasta zona denominata, appunto, “Terra Sansonesca”. Molte furono le lotte tra le aristocrazie locali per il predominio sul territorio Casauriense, dal quale Pesco ed il suo Castello facevano parte, finché l’avvento dei Normanni pose fine ai conflitti. I conquistatori nordici nel 1264, dopo avere costituito il feudo di Pesco, insediarono i Cantelmo che dominarono per oltre tre secoli fino al 1571. Poi la proprietà del Castello passò a Fabio D’Afflitto e successivamente alla famiglia teatina di Muzio Epifanio. Nel 1700 Pesco diventa Baronia ed i Teatini Valignani ne acquisiscono la proprietà, fino alle vicende dll’Unità d’Italia.

Molto interessante è, una Fontana Romana nella contrada detta “Villa delle Grazie”, località già chiamata nell’altomedioevo “Moro”, termine in cui si possono ritrovare elementi di toponomastica Longobarda; mentre il termine “Romano” in questo caso deriva dal germanico “hari-mann”, latinizzato in “harimannus” detentore dell’Arimannia, ovvero terre fiscali concesse ad uomo libero.

Tra i principali edifici sacri che meritano di essere visitati vi sono la chiesa di Santa Maria in Blesiano, restaurata interamente in pietra, come nel passato, che può definirsi un piccolo gioiello per i tesori che si trovano al suo interno; la chiesa di San Nicola situata lungo il pendio del grande masso roccioso sul quale sorge il Vecchio Borgo e il Convento Santa Maria in Coll’Angeli che, come ha rivelato un documento del 1516, sorge su una cappella, già costruita dagli stessi cittadini di Pesco dove ancora prima vi era un Tempio Romano dedicato al Dio Marte.

Meta di numerosi pellegrinaggi è poi il recentissimo Santuario dedicato al Beato Nunzio Sulplizio, nativo di Pescosansonesco, simbolo dell’infanzia sfruttata, dove si può ammirare una bellissima Pinacoteca di Arte Sacra “Vita del Beato Nunzio Sulprizio”, le cui opere sono state dipinte e donate alla Parrocchia dal pittore e musicista Mario Di Donato.